"Le Zagaredde,chiamatemi strega"

Un "cunto" di sud e magia dove la trama intreccia riti sacri e profani.
Si esaltano le dimensioni catartiche della buona parola che diventa benedizione contro la malvagità del pregiudizio

Giovani in Festival - Fino all'ultimo amore

Possibili interpretazioni de La Fontana Malata di A. Palazzeschi

Violetta e Graziosa, due traviate...

30/04/2023
Auditorium del coro Polifonico Fano - Centro Studi per la Diulgazione dell e Opere di F.De Andre'
Teatroinfaccia#e
Lucilla Monaco Elisa Pavoni Luigi Tranquilli
in
Violetta e Graziosa , due traviate...

Circe , Figlia di una dea minore

Circe , Figlia di una dea minore
Regia e testo di
Lucilla Monaco
Elisa Pavoni
26/02/2023
Uccellin bel verde
sala da te'
Video realizzato da :
Johnatan Barbato
Suoni
Stefano Dionigi

“Bisogna accettare l’idea che la negazione non significa il nulla e che quando lo specchio non riflette la nostra immagine, ciò non prova affatto che non ci sia nulla da vedere.” (Pierre Clastres)

L’arte, in questo periodo e particolare momento storico, sta prendendo un sopravvento dirompente; ha una funzione empatica e simpatica, bisogna essere empatici ma anche molto simpatici per avvicinarsi all’altro.
La conoscenza di se stessi e poi dell’altro abbassa la soglia del pregiudizio, soprattutto quello insito nella nostra cultura occidentale riguardante il velo delle donne mussulmane: lo hijab.

Nadia e Dallel, le attrici della performance “Immagin_azioni vive” alla loro prima esperienza con le movenze corporee e teatrali, sono state seguite egregiamente e con massima dedizione dalle registe Lucilla Monaco e Elisa Pavone di Teatroinfaccia#e.

Ieri a PariCentro vibrava una forte energia, l’energia delle donne quando collaborano e camminano insieme, verso la strada della libertà, dello svelamento.
Un percorso, come ha sottolineato l’assessora Sara Cucchiarini , iniziato circa un anno fa con Alice la fotografa e le donne della comunità islamica che si sono messe in gioco in questo progetto per raccontarsi.

di Ester Muscò

La mostra fotografica è di La Petite Hyene in collaborazione con Federica Alvarez e le Donne dell’Associazione Al Fihriyat, visitabile fino a metà aprile.

“S-VELARSI” è la mostra fotografica immersiva inaugurata l’8 marzo al PariCentro di Fano / FOTO


Mostra Fotografica S-velarsi a PariCentro di Fano

" Da Disamistade a Le Acciughe fanno il pallone "


22/01 /2023
Auditorium Coro polifonico Fano

"Quando il mondo scoppierà"

Agosto 2022

Medea

Physa Harmonicus….

Una storia sonora a teatro

A cura di Elisa Pavoni



 

La prima lettura di Physa Harmonicus, su di me, ha avuto l’effetto immediato di coinvolgermi, attivando tutti i miei sensi!

Si, perché, questa, è una storia dove i protagonisti sono i suoni, le armonie, le parole, le immagini, ma anche i sapori, gli odori e i movimenti, che sollecitano l’accesso a un mondo fatto di atmosfere, suggestioni potenti e melodie narranti, capaci di trasmettere emozioni ed evocare ricordi di un’infanzia onirica, che attinge direttamente all’ idea piu’ ideale di infanzia stessa.

Le autrici ci conducono in un luogo non-luogo che stimola la nostra fantasia immaginativa, ricco di metafore e denso di simboli, che ci preparano all’azione.

Nella mia esperienza di Pedagogista specializzata in Pedagogia Clinica®, che da oltre vent’anni lavora quotidianamente con bambini, adolescenti e famiglie, uno dei principali filoni di ricerca è stato, ed è il legame tra Arte e Pedagogia. Nel mio lavoro utilizzo la scrittura, il disegno, la drammatizzazione, il suono, la musica e il movimento, come potenti canali mediatori e  sollecitatori per favorire una evoluzione positiva della persona.

Attraverso una ri-lettura di “ Physa Harmonicus”, alla luce del significato di alcuni simboli e temi in essa contenuti, colgo l’occasione per sottolineare il profondo valore educativo delle storie, siano esse lette, raccontate, create e rappresentate con musica e parole. Rivolgendomi in particolare ai genitori e a tutti gli operatori del settore educativo, aggiungo, che per la mia esperienza professionale e personale, ogni attività mirata a manifestare il potenziale creativo dell’essere umano ha un immenso potere trasformativo e di evoluzione positiva di ciascuna persona, al di là di ogni età. 

Le “storie”, non solo offrono l’opportunità a chi legge di affrontare la propria realtà interiore e superare eventuali difficoltà, ma rappresentano anche uno stimolante oggetto mediatore nelle relazioni intrafamiliari. Pensate al potente e magico legame che si costruisce tra colui che narra, legge e interpreta e colui che ascolta, immagina, visualizza. Personalmente ricordo ancora la forte suggestione evocativa della mia nonna che, con una istintiva capacità narrativa, mi raccontava una storia importantissima come quella delle tre gallinelle e delle tre rispettive casette, il cui significato è di forte risonanza emotiva, poiché comunica e trasmette il valore della profondità contrapposto alla superficialità.

Nella mia pratica pedagogica utilizzo costantemente questo valido strumento attraverso il metodo Psicofiabe®, fantasie immaginative per favorire azioni intenzionali.

Ma veniamo a questa storia, nella mia ri-lettura voglio partire proprio dalla fisarmonica intesa qui sia come oggetto sia come strumento musicale. In studio, ne possiedo una versione mini per i bambini, ed è fortemente attrattiva!

L’approccio corporeo a questo strumento richiede una sorta di “abbraccio”, ma ciò’ che coinvolge maggiormente i piccoli e non solo, è proprio questa sorta di compressione-espansione che genera un ‘respiro’ necessario per l’emissione del suono, che rende la fisarmonica quasi “umanizzata”. E su questo ritornerò.

Il primo tema che la favola propone è quello della libertà. Si introduce un senso di leggerezza e rilassamento conseguenti all’assenza di vincoli, costrizioni, ansie, generati dai tanti impegni che spesso sovraccaricano i bambini di oggi. Agli allenamenti sportivi, le ripetizioni, le lezioni, gli hobbies e attività di ogni sorta, questo racconto contrappone molte alternative interessanti.

Nulla di particolarmente originale, ma certamente quanto di più prezioso ognuno di noi può disporre in questo particolare momento storico : tempo libero in famiglia, a contatto con la natura, a contatto con gli altri.

Il bambino della storia, Salvatore, non riesce però a “staccarsi dal suo tablet”, rifugio elettronico sofisticato, ma freddo e sterile, rispetto al quale sembra essere appunto totalmente passivo. Purtroppo incontro da tempo ormai tanti bambini e ragazzi in studio e nelle scuole con queste stesse difficoltà’. Il tema della passività alimentata dal gioco virtuale è sicuramente estremamente attuale e significativo. Ci tengo a sottolineare che spesso dietro la tendenza a dipendere dai giochi elettronici, Play Station, ecc. si nascondono paure, difficoltà emotive, relazionali e forti insicurezze.

Proseguendo nella storia, ad un certo punto, una fragranza di fragole, intensa e prorompente, trasportata dal vento, interrompe la passività’ del personaggio e la staticità dell’azione. Il lettore sta per essere trasportato su un altro piano della narrazione, quello immaginativo. Le autrici utilizzano sapientemente il vento, come potente archetipo. Esso è il soffio che ha la funzione di “spazzare via “ ogni ostacolo, abbattere tutto ciò che non ha radici, tutto ciò’ che esternamente e internamente vacilla, ogni orpello inutile, ripulendo la nostra visione delle cose. Il vento, però, non destabilizza il grande Ginkgo Biloba,  l’albero che ,nella tradizione orientale è quello della coincidenza tra gli opposti e dell’immutabilità delle cose, la grande forza eterna della vita inestinguibile. Sembra che alcuni esemplari siano sopravvissuti alle radiazioni prodotte dalla bomba di Hiroshima.

Ed ecco che, sulle fronde più alte del Ginkgo, incontriamo Physa e Harmonicus.                               

Ma perché questi due personaggi vengono collocati proprio sulla parte alta della chioma dell’albero?

Nell’analisi dei disegni infantili, la parte alta del foglio rappresenta simbolicamente l’idealità, l’immaginazione, il misticismo, l’ispirazione.

Ancora una volta quindi, non è casuale il luogo dell’incontro di queste due poetiche creature. La loro presenza conferma che ci troviamo in un luogo fantastico, incantato, al di sopra della realtà. Il loro movimento è come una danza e allude al tipo di vita che conducono: pura energia oscillante, caratterizzata da impulsi forti e impulsi più deboli, una energia che si nutre di armonia. Musica.  

Di nuovo, il vento entra in azione con la sua funzione di ‘scuotimento’, tentando di allontanare i due amici, che, impauriti, si tengono abbracciati stretti stretti. L’intervento del sole, figura archetipica che richiama la luce, il calore, ma anche la paternità e il senso del limite, attenuando la forza del vento, facilita la caduta di Physa e Harmonicus a terra.

Simbolicamente, i due amici, vengono catapultati dal mondo dell’immaginazione al mondo reale e, appena atterrati, sul guscio di una tartaruga, subito perdono la loro dimensione metafisica. La modalità terrena li conduce a soffermarsi su tutto quello che, fino ad ora, non li aveva mai minimamente interessati: il loro aspetto fisico. In questa parte della narrazione emerge il tema della derisione e del giudizio.  Colgo l’occasione per segnalare che tale tema, nella mia pratica professionale è alla base di molti conflitti interpersonali fra preadolescenti e adolescenti. Conflitti che possono sfociare in veri e propri atti di bullismo, pertanto i richiami, o ancor peggio i giudizi riguardanti l’aspetto fisico non vanno mai sottovalutati.

A questo punto, le due creature, ammutolite, si ritrovano ad osservarsi ed essere osservate dai tanti bambini che le circondano, nel parco in cui ora si trovano.

Quando Physa prova a correre per allontanarsi da Harmonicus o quest’ultimo prova, con energia a staccarsi da Physa, si accorgono di essere uniti: un mantice invisibile li allontana e subito li riavvicina. Le loro voci, in quella nuova realtà, sono puro, assoluto e melodioso suono .

Ma ecco che l’attenzione di Salvatore, che non riusciva a distogliere neppure lo sguardo dal suo tablet, è catturata dal mondo reale, riuscendo così ad abbandonare quello virtuale, almeno per un po'. Infatti è pronto ad accogliere le due creature fra le braccia con tutta la sua tenerezza e sensibilità di bambino. Il racconto, ancora una volta, sottolinea un passaggio simbolico: dal mondo di isolamento  in cui si trova Salvatore, il bambino si apre al mondo naturale caratterizzato, in quel contesto, dal contatto sociale e affetttivo con i suoi genitori, con Physa e Harmonicus, e tutti gli altri bambini presenti.

Ed è proprio in quel momento, che tutto assume senso.

Con l’abbraccio di Salvatore, la  fisarmonica prende vita, il mantice si espande e si contrae, così come si espande la sua attenzione, il suo interesse, il suo slancio vitale. Il bambino ri-conosce lo strumento proprio quando toccandone i tasti e i bottoni anche il suo cuore viene ‘toccato’...

e la ‘Musica’ inizia.

Forse, in quel momento, il bambino ri-conosce proprio  sé stesso… intuisce, scopre un valore in sé stesso profondissimo….